Sabato 21 Aprile nell’accogliente cornice dell’Auditorium Vittorio De Sica nel Comune di Sora, si è svolto il convegno commemorativo della Giornata Mondiale della Terra promosso dall’Istituto Tecnico Agrario di Alvito, in occasione dell’“Earth Day”, la maggiore manifestazione ambientale del pianeta, istituita dalle Nazioni Unite il 22 Aprile 1970 per sottolineare la necessità della conservazione delle risorse naturali. Di altissimo spessore tecnico-scientifico sono stati gli interventi e numerose le tematiche trattate, dalle gravi emergenze ambientali a livello globale che sconvolgono il pianeta, alle criticità ma soprattutto alle risposte che il territorio locale può offrire in termini di salvaguardia e utilizzo delle risorse naturali. Il convegno è stato inaugurato dai saluti del D.S. prof. D’Andrea, del sindaco dott. Roberto De Donatis che ha patrocinato l’evento e della prof.ssa Vassalli, docente dell’Istituto e moderatrice dell’incontro, con una citazione di Pavese tratta da “La terra e la Morte”; per giungere a quelli che sono i principi fondamentali alla base della giornata celebrativa: la tutela dell’ambiente, la crescita economica e sociale. Il fulcro del dibattito si è incentrato a partire dall’intervento della prof.ssa Persichini sugli obiettivi prefissati dall’Agenda 2030 per il Sustainable Development, un programma di azione universale per uno sviluppo equo e sostenibile, sottoscritto nel Settembre del 2015 dai governi dei 193 Paesi membri dell’ONU, attraverso 17 goals che guideranno il mondo nei prossimi 15 anni, tra cui la lotta alla povertà, l’eliminazione della fame e il contrasto al cambiamento climatico. Di grande impatto sono stati 2 diversi momenti molto significativi: la testimonianza di una studentessa di origini pakistane, Mehwish Faraook, che con il racconto della sua esperienza familiare, ha coniugato l’essenza della giornata, e un breve video della sua connazionale premio Nobel per la pace Malala Yousafzai, nota per il suo impegno nell’affermazione dei diritti civili e del diritto all’istruzione,“viviamo tutti sulla terra e abbiamo bisogno della terra per vivere”. Interessante l’intervento del dott. Procacciante, ricercatore del Dipartimento di Biologia Ambientale dell’ Università Sapienza di Roma, in merito all’inquinamento da materie plastiche che purtroppo coinvolge tutto il pianeta, in particolare i Paesi più poveri ad alto tasso di popolazione ed in via di sviluppo, oltre ai grandi bacini idrici e oceanici. Rilevanti però sono i progetti e le strategie che questa parte di areale laziale, in particolare quella della Valle Di Comino e del Parco Naturale dei Monti Aurunci, mette in pratica per tutelare la qualità delle risorse acqua, aria e suolo, attraverso le professionalità e le esperienze di tecnici ed esperti del settore. Un territorio infatti, quello italiano, spesso sfruttato dall’uomo con un uso improprio, per cui si stima una perdita di paesaggio agricolo di circa 8 mq di terreno al secondo, cosi come ci ricorda il prof. Ferdinando Alterio. Tra i progetti quindi intrapresi, la creazione del primo distretto biologico del Lazio che coinvolge circa 200 aziende, presentato da una ex studentessa dell’Istituto, dott.ssa Maria Pia ad oggi responsabile dell’Associazione Valle Di Comino Bio; e l’intervento dell’Agrotecnico Naturalista Amilcare D’Orsi professore e consigliere del Collegio di Frosinone “Il contratto del fiume Liri come strumento per la tutela e la stabilità dei territori”. In conclusione, dal punto di vista sia globale che locale, sono molte le sfide che ci attendono, ma come ricorda la dott.ssa Jane Goodall, etologa ed antropologa inglese “ogni individuo conta, ogni individuo ha un impatto sul pianeta ogni giorno, e sta a noi decidere che tipo di impatto vogliamo avere”.
Il Collegio degli Agrotecnici e degli Agrotecnici di Frosinone, lieto di aver partecipato alla manifestazione, ringrazia l’organizzazione dell’Istituto Tecnico Agrario per l’invito ed in modo particolare il D.S. prof. Gianfrancesco D’Andrea.
Cesare Pavese da La Terra e la Morte.
Anche tu sei collina e sentiero di sassi e gioco nei canneti, e conosci la vigna che di notte tace. Tu non dici parole. C’è una terra che tace e non è terra tua. C’è un silenzio che dura sulle piante e sui colli. Ci son acque e campagne. Sei un chiuso silenzio che non cede, sei labbra e occhi bui. Sei la vigna. E’ una terra che attende e non dice parola. Sono passati giorni sotto cieli ardenti. Tu hai giocato alle nubi. E una terra cattiva la tua fronte lo sa. Anche questo è la vigna. Ritroverai le nubi e il canneto, e le voci come un’ombra di luna. Ritroverai parole oltre la vita breve e notturna dei giochi, oltre l’infanzia accesa. Sarà dolce tacere. Sei la terra e la vigna. Un acceso silenzio brucerà la campagna come i falò la sera.